Letteratura inglese

Robert Burns nella letteratura inglese

Robert Burns: la poesia dialettale e l’epigono del secolo XVIII

Significativamente racchiusa nell’arco di brevissimi trentasette anni, la vita di Robert Burns, poeta dialettale scozzese di matrice calvinista, segna la conclusione del secolo XVIII e dei suoi ardori illuministici aprendo, allo stesso tempo, le porte alla prima generazione dei romantici inglesi. Robert Burns nacque nel 1759 in un cottage d’argilla, nel villaggio di Alloway, nell’Ayrshire, primo di sette figli di un piccolo proprietario terriero, in condizioni economiche alquanto disagiate. Nonostante ciò, la famiglia si procurò il denaro necessario per poter mandare il proprio figlio a scuola, ove ricevette una solida educazione linguistica e letteraria che spaziava da Shakespeare, Milton, Pope fino a Fielding e Richardson. Robert lesse con voracità tutto ciò che riteneva importante, e alternava alle fatiche del lavoro manuale lo studio della lingua e della letteratura inglese. Nel 1785 iniziò a perfezionare ed editare quelle poesie, che aveva già scritto in precedenza, e a comporne di nuove in maniera così prolifica e brillante che l’anno successivo, nel 1786, quando apparve il volume Poems, Chiefly in Scottish Dialect, fu un grande ed immediato successo. Questo successo lo portò ad Edimburgo ove, nell’anno seguente, fu pubblicata una seconda edizione dell’opera poetica riveduta e allargata. Ivi gli fu richiesto di collaborare ad una raccolta di canti scozzesi, prima per The Scots Musical Museum e poi per Select Scottish Airs di George Thomson.

Nel 1788 Robert Burns sposò Jean Armour, la quale gli generò due figli, e si stabilì con la famiglia nella proprietà paterna, unendo alla sua attività letteraria quella di funzionario dell’ufficio imposte. Sul finire del 1791 abbandonò la sua fattoria, probabilmente a causa della sua salute, che era stata seriamente minata fin dalla sua gioventù da ricorrenti febbri reumatiche. Durante questo periodo ordinò, ripulì e ricreò i canti scozzesi, ma vi è una significativa eccezione, il magnifico poema narrativo Tam O’ Shanter, in stile rabelaisiano, pubblicato nel 1790. Intorno al 1795, i ricorrenti attacchi di febbri reumatiche lo avevano ridotto in un deplorevole stato di salute, per il quale le cure prescritte dalla medicina del tempo, ossia i bagni in acqua di mare, erano oltremodo assurde. Cinque giorni dopo il suo ritorno dalla costa, Robert Burns spirò il 21 luglio 1796.

L’opera poetica di Burns, ovvero i Poems, Chiefly in Scottish Dialect, è una raccolta di versi, per lo più, come dice il titolo inglese, in dialetto scozzese, che il poeta contadino della Scozia fece stampare a Kilmarnock nel 1786, nella speranza di ricavare dalla vendita delle seicento copie dell’edizione il denaro sufficiente per andare in America. Il successo fu così immediato e clamoroso, che il poeta rinunciò definitivamente all’idea dell’America e si recò a Edimburgo a curare una seconda edizione. Il libriccino contiene alcune delle cose più belle della poesia di ogni tempo. Ricordiamo: The Holy Fair (La santa fiera), nella quale il poeta ci fa vedere dei pastori che si alternano sul pulpito, mentre in chiesa i vecchi sonnecchiano e i giovanotti combinano appuntamenti con le ragazze; Halloween (La vigilia di Ognissanti), in cui è descritta la più allegra serata di gente del popolo, che celebra la vigilia di Ognissanti con giochi e piacevoli burle, come vuole la tradizione scozzese; Address to the Devil (Discorso al diavolo), nel quale il poeta assicura Satana che egli possiede un segreto per cui sfuggirà alle sue grinfie, nonostante le peccaminose sbornie che spesso prende; The Cottar’s Saturday Night (Il sabato sera del contadino), in cui è esaltata la religiosità e la sublime bellezza, pur nella miseria, della vita rustica, e Burns grida tutto il suo ardente amore per la Scozia; To a Mouse, on turning her up in her nest with the plough (A un topo, nel dissotterrarlo nel suo nido con l’aratro), poesia che esprime la più delicata simpatia per la povera bestiola, che fugge spaventata davanti all’uomo che le ha rovinato il suo rifugio per l’inverno.

Lo stesso sentimento di squisita comprensione della natura ritorna pure nella lirica To a Mountain Daisy, on turning one down with the plough (A una margherita di montagna, nello sbarbicarne una con l’aratro), mentre si vela di finissimo umorismo nell’altra: To a Louse, on seeing one on a lady’s bonnet at Church (A un pidocchio, nel vederne uno sul berretto di una signora in chiesa). La spontaneità della vena, la naturalezza degli argomenti, la grazia di queste poesie, che Robert Burns componeva nei campi, in chiesa, all’osteria, dovunque gli venisse l’estro felice, non hanno forse eguali in nessuna letteratura dell’epoca. E così pure la varietà d’ispirazione, che va dalla intensa tenerezza di alcune poesie amorose all’aspra satira religiosa o politica di altre. La seconda edizione (1787) contiene alcune nuove poesie, fra cui la feroce satira Death and Doctor Hornbook (La morte e il dottor Hornbook), in cui un ubriaco incontra di notte la morte, la quale gli confida che il dottor Hornbook, che si è messo a fare il farmacista in paese, le fa una terribile concorrenza nel mandar la gente all’altro mondo. Durante la vita di Burns uscirono tre altre edizioni del suo libro, fra cui una (nel 1793) con venti nuove poesie. Ma nessuna di queste raggiunse la perfezione delle prime pubblicate.

Anche dopo il successo della prima edizione dei Poems, Robert Burns fu considerato alla stregua di un semplice uomo di campagna, le cui poesie non erano altro che naturali e ispirate effusioni di un contadino rozzo e illetterato. Burns, ben cosciente della sua origine contadina e del ruolo del poeta come artigiano della parola, scrisse in una famosa lettera: «Io non credo per nulla alle pretese vanagloriose per via di una proprietà intuitiva e di una eleganza non elaborata. La dura materia di una scrittura raffinata è certamente dono del Genio; ma come io fermamente credo, l’abilità tecnica (workmanship) è lo sforzo congiunto di sofferenza, attenzione e prove infinite ».

Gaetano Algozino London, South Norwood, 20 aprile 2016

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